Abolizione della caccia
L’Associazione Źródła si impegna ad aiutare i proprietari terrieri semplificando il processo per vietare la caccia sui terreni privati. Offriamo supporto a coloro i cui diritti sono stati violati dai club di caccia locali e promuoviamo la sicurezza di chi pratica attività all’aperto, come escursioni o raccolta di funghi. Crediamo fermamente che tutti gli animali meritino rispetto, un trattamento umano e protezione dalla crudeltà. Insieme, possiamo costruire un futuro in cui la fauna selvatica e gli esseri umani coesistano armoniosamente e in cui il rispetto per gli animali superi i confini nazionali.
Una panoramica delle regolamentazioni sulla caccia in Polonia
Le regolamentazioni sulla caccia in Polonia risalgono alla Legge sulla Caccia del 1959, introdotta sotto il regime comunista. Secondo questa legge, gli animali selvatici sono considerati proprietà dello stato, che ne gestisce la "fauna cacciabile", decidendo quali specie allevare o abbattere. Purtroppo, i diritti di proprietà sono spesso subordinati alle priorità della gestione forestale e venatoria, e le riforme successive, inclusa la Legge sulla Caccia del 1995, hanno fatto poco per correggere questi squilibri.
La Polonia è suddivisa in “distretti di caccia”, che comprendono sia terreni pubblici (ad esempio foreste statali) sia terreni privati (come boschi, prati e campi coltivati). Solo i membri dell’associazione semi-governativa, l’Associazione Polacca della Caccia (PZŁ), hanno il diritto di cacciare. I club locali del PZŁ pagano tariffe annuali minime alle autorità locali o all’amministrazione forestale statale, mentre i proprietari terrieri non ricevono alcun beneficio economico da questo sistema e, nella maggior parte dei casi, non possono opporsi alla caccia sui propri terreni. I cacciatori possono accedere senza consenso, installare attrezzature di caccia e abbattere animali. Gli agricoltori, spesso, ricevono risarcimenti inadeguati per i danni causati dalla fauna selvatica, poiché alcuni club si concentrano unicamente sull’attrarre cacciatori di trofei, spesso dall’estero, alimentando artificialmente le popolazioni di fauna durante l’inverno per incrementare le opportunità di caccia.
Passi verso il progresso: sfide legali e riforme (2014–2020)
Nel 2014, il Tribunale Costituzionale ha stabilito che alcune parti della Legge sulla Caccia del 1995 violavano i principi costituzionali, in quanto non permettevano ai proprietari terrieri di esprimere opposizione alla caccia sui loro terreni. Questa sentenza storica ha aperto la strada all’Associazione Źródła per promuovere il cambiamento. Dopo una lunga battaglia legale, nel 2016, siamo riusciti a escludere la nostra proprietà forestale da un distretto di caccia, stabilendo un precedente che ha ispirato centinaia di altri proprietari terrieri a contestare i confini dei distretti di caccia.
Nel 2018, sono stati introdotti emendamenti alla Legge sulla Caccia per allinearsi alla sentenza del tribunale. Ai proprietari terrieri è stato concesso un periodo di 21 giorni per presentare osservazioni sui distretti di caccia che includevano le loro proprietà. Tuttavia, nessuna delle osservazioni presentate è stata presa in considerazione, e le aree precedentemente escluse dalle sentenze giudiziarie sono state nuovamente integrate nei distretti di caccia. Nonostante questa battuta d’arresto, il movimento che abbiamo contribuito a far nascere sottolinea il potere dell’azione collettiva nel promuovere un cambiamento sistemico.
Vietare la caccia sui terreni privati: una strada percorribile
Grazie a una sentenza significativa della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel caso Herrmann contro Germania, i proprietari terrieri in Polonia hanno ora un meccanismo formale per vietare la caccia sui propri terreni privati. Presentando una dichiarazione all’ufficio amministrativo locale (Starostwo), i proprietari possono legalmente vietare la caccia sui loro terreni. Sebbene i cacciatori possano ancora accedere per alcune attività (ad esempio, il tracciamento o l’alimentazione degli animali), l’abbattimento è severamente vietato.
Purtroppo, questa disposizione è attualmente limitata ai proprietari individuali, escludendo associazioni e aziende. Inoltre, richiede che tutti i comproprietari di una proprietà si presentino personalmente per depositare la dichiarazione. Inoltre, chi opta per questo divieto rinuncia al diritto di risarcimento per i danni causati dalla fauna selvatica. Nonostante queste difficoltà, entro il 2021 sono state presentate oltre 1.000 dichiarazioni, dimostrando il crescente interesse per una gestione etica della terra. All’Associazione Źródła, offriamo consulenza legale a chi desidera avvalersi di questa opportunità.
Un appello alla solidarietà internazionale
Le sfide che affrontiamo in Polonia risuonano con preoccupazioni globali più ampie sul bilanciamento tra conservazione, trattamento etico degli animali e diritti di proprietà. Invitiamo individui, organizzazioni e responsabili politici di tutto il mondo a collaborare, scambiare idee e sostenere sistemi che diano priorità al benessere degli animali e al rispetto per i proprietari terrieri. Insieme, possiamo creare un futuro in cui la gestione ambientale superi i confini nazionali, costruendo un mondo in cui la fauna selvatica e le comunità possano prosperare fianco a fianco.