Zakaz polowania

La fine della caccia a 5 specie di uccelli in Polonia

Il 25 settembre è comparso a sorpresa nel Giornale delle leggi un emendamento al regolamento sull’elenco delle specie cacciabili. La ministra Paulina Hennig-Kloska lo aveva già firmato il 22 settembre, senza annunciarlo pubblicamente. Con il modo legislativo più semplice, cinque specie di uccelli sono state rimosse dall’elenco degli animali “venatori” (cioè quelli che i cacciatori possono abbattere): Francolino di monte (Tetrastes bonasia), Moriglione (Aythya ferina), Moretta (Aythya fuligula), Beccaccia (Scolopax rusticola) e Folaga comune (Fulica atra). In questo modo il governo ha finalmente tagliato il nodo gordiano della protezione degli uccelli.

Le promesse di un divieto di caccia a certe specie erano state fatte sin dall’inizio della gestione del ministero dell’Ambiente da parte di Polska 2050. Già nel febbraio 2024 il viceministro Dorożała aveva promesso un rapido regolamento che eliminasse quattro specie dall’elenco (alzavola, moriglione, moretta e folaga). Quando si capì che il regolamento non sarebbe stato pronto prima della stagione venatoria degli uccelli del settembre 2024, la discussione si allargò a cinque o addirittura sette specie (francolino di monte, germano reale, alzavola, moriglione, moretta, beccaccia e folaga). Il viceministro assicurò che il regolamento sarebbe arrivato “entro la fine dell’anno”, ma così non fu.

Quando finalmente, nel gennaio 2025, apparve una bozza, incontrò una fortissima opposizione da parte della Associazione venatoria polacca (PZŁ). Il suo lobbying portò a pareri negativi persino dai presidenti dei voivodati e da altri ministri, che giustificavano le obiezioni con presunte perdite per il turismo venatorio, rischi per le infrastrutture di difesa, per la sicurezza aerea o paure di focolai di influenza aviaria.

Vi erano anche complicazioni legislative: sebbene il regolamento sulle specie cacciabili sia emanato dal Ministero del Clima e dell’Ambiente, la rimozione di specie richiede modifiche anche in altre normative, alcune delle quali devono essere co-firmate dal Ministero dell’Agricoltura. Controllato dal partito PSL, il ministero si opponeva a qualsiasi restrizione alla caccia agli uccelli. Per “salvare la faccia”, dopo la sconfitta nelle elezioni presidenziali, il governo propose un moratorium temporaneo di sette specie, utilizzando il regolamento sui periodi di caccia per imporre una protezione tutto l’anno – ma solo a partire da settembre 2026 e valido fino al 2035. Subito però l’Agricoltura impose di ridurre l’elenco a cinque, opponendosi alla protezione di germano reale e alzavola.

Quando sembrava tutto pronto e il viceministro Dorożała si vantava che il regolamento fosse già stato firmato, si scoprì che all’ultimo momento il ministro dell’Agricoltura Stefan Krajewski aveva ritirato il suo consenso. Dichiarò pubblicamente che avrebbe accettato un moratorium sugli uccelli solo a condizione di abolire il divieto di caccia all’alce, in vigore dal 2001.

A quel punto la ministra Hennig-Kloska decise di agire da sola. E così il 25 settembre è arrivata la sorpresa: un regolamento che rimuove semplicemente francolino di monte, moriglione, moretta, beccaccia e folaga dall’elenco delle specie cacciabili, senza attendere l’allineamento delle altre normative (che ora dovranno essere adattate).

Il regolamento entrerà in vigore il 2 gennaio 2026. Poiché la stagione di caccia agli uccelli termina già a dicembre, il cambiamento reale si sentirà a partire da settembre 2026, quando dovrebbe iniziare la nuova stagione. Da allora, invece di 13, i cacciatori potranno uccidere solo 8 specie: oca lombardella maggiore, oca selvatica, oca granaiola, germano reale, alzavola, colombaccio, pernice grigia e fagiano comune.

Ma questa è una cattiva notizia non solo per quelle otto specie, bensì per tutti gli uccelli – anche per quelli appena protetti. I cacciatori non sono infatti molto abili nel distinguere le specie di “oche e anatre”, che essi stessi raggruppano nelle loro statistiche. Negli ultimi anni, oltre alle specie legalmente cacciate, sono stati abbattuti anche uccelli appartenenti a specie protette – persino minacciate. Alcune specie sono difficili da distinguere anche per ornitologi esperti, figuriamoci per cacciatori che sparano a stormi in fuga. Non mancano i casi in cui i cacciatori hanno ucciso “per errore” persino cigni.

In realtà, la fine della caccia a queste cinque specie non è un sacrificio enorme per i cacciatori. Sebbene i piani venatori annuali prevedessero l’abbattimento di decine di migliaia di individui per ciascuna specie, nella pratica venivano uccisi circa 1.000 morette, 1.000 moriglioni e 2.000 folaghe all’anno, mentre solo 200 beccacce e 50 francolini di monte cadevano sotto i colpi.

Si tratta comunque di migliaia di morti inutili di esseri senzienti. Ma le altre specie subiscono perdite ancora maggiori: più di 200.000 uccelli vengono uccisi dai cacciatori ogni anno (oltre 60.000 oche e anatre e più di 130.000 fagiani), e la loro uccisione è spesso un’attrazione per turisti stranieri. Purtroppo, questo non cambierà…

Gli uccelli dovrebbero essere semplicemente protetti per legge, scrivendo nel diritto venatorio che non sono “selvaggina”, perché ucciderli – e gestirli come “specie venatorie” – non ha alcuna giustificazione biologica, né tantomeno etica. Solo allora avrebbe davvero senso il divieto di munizioni al piombo nelle zone umide, poiché il piombo non sarebbe più necessario per la caccia.

Ecco perché la campagna “Lasciamoli vivere” deve continuare. Secondo le ricerche di opinione pubblica, il 92% dei cittadini sostiene la limitazione della caccia agli uccelli.

La fine della caccia a 5 specie di uccelli in Polonia